di Brenda Bimbi
Tutti sanno che la moda e gli abiti sono importanti per gli italiani. Sarà per quel nostro innato senso estetico o forse perché il vestito è da sempre anche un modo per riconoscere l’appartenenza a uno stato sociale o a una fazione politica.
La parola “candidato”, che identifica una persona che si presenta alle elezioni, e con un significato più esteso indica qualcuno che si propone per un nuovo lavoro o per sostenere un esame, deriva dal latino candidatus, cioè vestito di una toga candida, bianchissima, a significare la purezza delle intenzioni e delle qualità morali.
“Divisa”, sinonimo di uniforme, viene invece dall’abitudine, molto diffusa durante il medioevo, di indossare, in occasioni di feste o di battaglie, le calze, le giacche di colori diversi, divise appunto, a seconda della famiglia, della contrada o della città di cui si faceva parte.
In italiano ci sono anche modi di dire legati al mondo della moda o dei vestiti, espressioni fisse, cristallizzate dall’origine molto antica e a volte incerta.
-
È un altro paio di maniche.
Per rimanere in ambito medievale, vorrei cominciare con questa espressione. Nel medioevo agli abiti si potevano spesso staccare e cambiare le maniche che erano una delle parti più sottoposte a usura. Inoltre, sostituendo le maniche, il vestito poteva apparire anche molto diverso ed è proprio da qui che viene questo modo di dire che indica due cose alternative e completamente differenti tra loro.
“Quando leggo in italiano posso capire, ma parlare è un altro paio di maniche”
