Per caso o per errore. Curiosità su alcuni famosi piatti italiani nati per caso
di Brenda Bimbi
L’errore è spesso fonte di frustrazione, lo sappiamo bene perché a tutti capita di sbagliare.
La lingua italiana poi, per uno straniero è piena di insidie: le preposizioni, i pronomi, il congiuntivo, la concordanza dei tempi… sono tanti gli errori che si possono fare, soprattutto all’inizio. A dire la verità anche agli italiani può capitare qualche volta perché la struttura è complessa ma non bisogna avere paura di sbagliare: hai mai pensato a quanti sono i grandi successi o le grandi scoperte che in realtà sono nati per errore o per caso?
Anche nella lunga tradizione enogastronomica italiana ce ne sono molti: si tratta di creatività, di intuizioni, di esperimenti o di fortunate distrazioni che danno vita a nuove, inaspettate soluzioni.
Chi sarà stato quel contadino che ha provato a fare il vino con l’uva che era rimasta a seccare al sole e ha scoperto così che ne veniva fuori una bevanda dolce e buonissima? O l’altro che ha notato che la fermentazione nelle bottiglie rimaste al caldo stava producendo delle bollicine e che poi, con alcuni perfezionamenti, ha dato vita allo spumante?
Le leggende e le storie si rincorrono, si perdono nella memoria popolare e ne ho scelte alcune che mi sembrano interessanti.
Il panettone
Siamo a Milano, nelle cucine di Palazzo Sforzesco nel XV secolo quando, per una distrazione, il cuoco di Ludovico il Moro brucia il dolce che stava preparando per il suo signore. Per rimediare all’errore, Toni, uno dei garzoni, comincia allora a impastare gli ingredienti che erano a disposizione: farina, uova, zucchero, uvetta e canditi. Il Pan de Toni (e da qui il nome panettone) viene servito in tavola e ha un grandissimo successo, salvando i cuochi da una brutta situazione.
Risotto alla milanese
Restiamo ancora a Milano ma questa volta andiamo nel cantiere del duomo, dove tra gli artisti troviamo un maestro vetraio, un certo Valerio di Fiandra, che lavora alla creazione delle vetrate per le grandi finestre della cattedrale. Tra i suoi collaboratori ce n’è uno che ha l’abitudine di aggiungere lo zafferano ai colori per renderli più brillanti. Dev’essere un po’ una sua fissazione, perché tutti, per prenderlo in giro, l’hanno soprannominato proprio “Zafferano”. Il giorno in cui la figlia di Valerio di Fiandra si sposa, c’è un grande banchetto con tanti invitati. Zafferano si intrufola nella cucina e, d’accordo con il cuoco, per fare uno scherzo al suo maestro, aggiunge una manciata di zafferano al riso che sarebbe stato servito solo al burro. La sorpresa in tavola è tanta: il riso è giallo oro, non si era mai visto così, sembra un augurio speciale di ricchezza e prosperità per gli sposi e quando i commensali lo assaggiano lo trovano ottimo, tanto da diventare in poco tempo uno dei piatti più famosi di tutta la città. Era il 1574.
Il gorgonzola
Gorgonzola, prima di essere un formaggio, era ed è ancora una città. Dove si trova? Vicino a Milano! Siamo nell’879 e un giovane casaro, (i casari sono gli uomini che fanno il formaggio) impaziente di vedere la sua bella, si dimentica la cagliata fresca appesa a sgrondare. La mattina dopo, per rimediare all’errore, aggiunge altra cagliata fresca, prosegue con la lavorazione e lo mette a stagionare. Passa il tempo e quel formaggio comincia a sviluppare uno strano aspetto, ci sono muffe verdi e ha uno strano odore, ma quando il casaro, prima di buttarlo, prova ad assaggiarlo, scopre che ha un sapore straordinario!
Il Negroni sbagliato
Il Negroni è un cocktail nato a Firenze ma famoso in tutto il mondo. L’ideatore è il nobile fiorentino Camillo Negroni che negli anni ’20 del secolo scorso al bar Giacosa si fa preparare un cocktail a base di Vermouth rosso, Bitter Campari, gin, una scorza di arancia e ghiaccio.
Ma l’errore arriva ancora una volta da Milano: che siano davvero tanto distratti i milanesi in cucina?
Siamo alla fine degli anni ’60 e il barman Mirko Stocchetto del Bar Basso, alla fine di una serata particolarmente movimentata, prepara un Negroni usando il prosecco al posto del gin. “Non bevetelo, mi sono sbagliato” dice poi ai clienti che aspettavano il loro cocktail al bancone, ma quelli lo assaggiano lo stesso e scoprono che questo sbaglio era molto buono! Il barman decide così di mantenerlo nel menu e di lasciare nel nome il ricordo di quell’errore fortunato.
La torta caprese
Anche sulla nascita di questa famosa torta le leggende sono diverse. Una di queste ha per protagonista il famoso gangster italo americano Al Capone. Tre dei suoi uomini, incaricati di comprare le ghette (i copriscarpe di moda all'epoca) preferite dal boss, sbarcano sull’isola di Capri e, mentre aspettano la commissione, chiedono al pasticcere Carmine di Fiore di preparargli una torta con cioccolato e mandorle. Agitato per questo ordine e temendo di sbagliare qualcosa, il pasticcere dimentica completamente di mettere nel dolce un ingrediente fondamentale: la farina! Avrebbe potuto essere un errore fatale, ma la torta è così buona che i gangster lasciano l’isola con la ricetta.
La farinata ligure
Questa volta siamo in alto mare. È il 1200, anno più anno meno, e una nave si trova in mezzo a una tempesta tanto grande che le onde e il vento causano la rottura dei barattoli di ceci che sono nella stiva. Quando finalmente, dopo qualche ora, la bufera si calma e torna il sereno, i marinai si accorgono che i ceci sballottati nell’acqua di mare e cotti dal sole si sono trasformati in una specie di purea. Sembra tutto da buttare ma qualcuno ha fame, l’assaggia e trova che è buonissima! Sarà stata la moglie di uno dei marinai che ha avuto poi l’idea di aggiungere il rosmarino e l’olio extravergine di oliva? Non lo sappiamo, ma la leggenda pare sia questa.
LE NOSTRE LEZIONI DI ITALIANO
A questo punto non puoi più avere paura di sbagliare, vero? Bene!
Se vuoi continuare a studiare italiano con noi, ti ricordo che le lezioni proseguono: ci puoi contattare via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e ti daremo tutte le informazioni che ti servono!