Storie d'amore, d'armi e di fantasmi a Firenze
di Brenda Bimbi
La lunghissima storia di Firenze è fatta anche di storie che si tramandano e forse si arricchiscono di particolari nella fantasia popolare. Ne ho scelte tre che hanno in comune la presenza di un fantasma e spero che ti piaceranno e ti faranno venire la curiosità di visitare i luoghi in cui si svolsero.
Ginevra degli Amieri
Tra le leggende medievali che si raccontano in città quella di Ginevra degli Amieri (o degli Almieri) è forse una delle più famose.
Tra i palazzi nobiliari, le torri, le piazze, le chiese e le strette vie di Firenze, ebbe luogo una vicenda che ha dell’incredibile… ma nemmeno poi così tanto.
Ginevra degli Amieri era una giovane fiorentina, famosa in città non solo per la sua bellezza fisica ma anche per la nobiltà d’animo e la gentilezza dei suoi modi. La sua era una delle famiglie più potenti del Trecento e il padre la promise in sposa al nobile Francesco Agolanti, in vista di un’alleanza politica dei due casati. Ginevra, che era innamorata di Antonio Rondinelli non ebbe scelta e dovette a malincuore seguire il volere del padre.
Non fu un matrimonio fortunato: poco dopo le nozze Ginevra si ammalò di peste e dopo giorni di agonia, una sera fu trovata riversa sul suo letto senza sensi. Data anche la contagiosità della malattia, fu subito portata alla chiesa di Santa Reparata dove si svolsero i funerali. Passarono alcune ore e Ginevra, nel cuore della notte, si risvegliò dal suo stato di morte apparente e si trovò vestita di un sudario bianco nel buio del suo sepolcro nella chiesa. Ripresasi dallo spavento, riuscì ad uscire da lì percorse via del Campanile e si avviò faticosamente a casa del marito.
Bussò al portone ma Francesco, che la vide dalla finestra, credette che fosse il fantasma della moglie che veniva a terrorizzarlo e la scacciò via. Disperata Ginevra andò a casa dei genitori ma anche lì la reazione fu la stessa.
La povera ragazza continuò a camminare per la città e decise di andare dal suo amato Antonio che finalmente riconobbe che era viva e la accolse a braccia aperte: accudita da Antonio e dalla famiglia di lui, dopo qualche tempo Ginevra si riprese completamente dalla grave malattia. I fiorentini intanto avevano cominciato a parlare di questo miracoloso risveglio tanto che la notizia era arrivata anche al marito e ai genitori di Ginevra che chiesero alla ragazza di tornare dagli Agolanti. Ginevra però, visto che il marito l’aveva scacciata e rifiutata, riuscì a ottenere l’annullamento del precedente matrimonio e potè sposarsi con il suo vero amore.
La romantica storia di Ginevra è stata protagonista di numerosi racconti e melodrammi teatrali.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ginevra_degli_Amieri
https://www.firenzetoday.it/social/halloween-firenze-storia-ginevra-amieri.html
https://lungarnofirenze.it/2021/12/la-fortunata-morte-di-ginevra-degli-almieri/
La finestra sempre aperta
A Firenze c’è una finestra famosa per il fatto di essere sempre aperta: si tratta di quella al terzo piano di Palazzo Grifoni (oggi Budini Gattai)
La leggenda narra di una donna di cui non conosciamo il nome che sposò il suo amato, un giovane della famiglia Grifoni con il quale viva in quel palazzo. Come spesso accadeva, il marito fu purtroppo costretto a partire per una guerra con l’esercito fiorentino e lei lo salutò dalla finestra affacciata sulla bellissima piazza della Santissima Annunziata. I giorni seguenti li passò sempre lì, ricamando e controllando i movimenti della piazza nell’attesa del ritorno dell’uomo. Il tempo passava, cominciarono ad arrivare brutte notizie dal campo di battaglia e lui non tornava. La donna però non perse mai la speranza e continuò ad aspettarlo per anni: trascorse la sua vita a guardare la piazza e quando ormai anziana morì, la famiglia decise di chiudere la persiana. In quel momento si spensero le candele, i mobili della stanza cominciarono a muoversi, caddero i dipinti dalle pareti... insomma un putiferio che si placò solo quando la finestra fu riaperta. Da allora quindi rimase sempre così, con la gelosia socchiusa per non celare lo sguardo del fantasma che ancora attende.
Un’altra versione della leggenda dice invece che lì abitasse l’amante di Ferdinando I dei Medici, ritratto a cavallo nella piazza da Giambologna e che guarda proprio in quella direzione: a te scegliere la storia che ti piace di più.
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Budini_Gattai
https://www.florencecity.it/palazzo-grifoni-e-la-finestra-sempre-aperta/
https://abcschool.com/it/blog/231-le-api-di-piazza-della-santissima-annunziata-a-firenze
Baldaccio d'Anghiari
Baldo di Piero Bruni nacque intorno al 1400 nei pressi di Anghiari, bel centro medievale vicino a Arezzo, da una famiglia di proprietari terrieri. Pare che già durante la sua adolescenza fosse famoso per il suo carattere focoso, per le sue bravate e per la grande prestanza fisica tanto che al suo nome fu presto aggiunto il suffisso -accio che in italiano identifica un senso dispregiativo. Giovanissimo era stato infatti condannato a morte per omicidio ma la condanna non fu mai eseguita perché non riuscirono a catturarlo. Baldaccio diventò poi un soldato esperto e fu definito da Machiavelli “uomo di guerra eccellentissimo, perché in quelli tempi non era alcuno in Italia che di virtù di corpo e d’animo lo superasse”. Fu un valoroso e acclamato mercenario e combatté numerose e importanti battaglie per l’esercito fiorentino, per quello di Milano, per Urbino e altri. Strinse alleanze politiche con papa Eugenio IV e con alcune delle più influenti famiglie non solo a Firenze ma attirò verso di sé anche invidie e timori per la sua ascesa politica. Con un suo esercito personale occupò Suvereto e si preparò alla presa di Piombino, città strategica sul mare davanti all’Isola d’Elba alla quale poi rinunciò dietro la consegna di una forte somma di denaro.
La terribile congiura di cui fu vittima pare sia stata ordita da Cosimo il Vecchio de’Medici che rimase però nell’ombra. Era il 6 settembre 1441 quando Baldaccio fu convocato a udienza dal gonfaloniere Bartolomeo Orlandini presso Palazzo Vecchio ma fu attaccato di sorpresa alle spalle da un gruppo di soldati e ferito. Il suo corpo fu poi gettato dalla finestra, trascinato nella piazza e infine decapitato: una violenza inaudita, forse un monito per i fiorentini e per coloro che osavano pensare di accrescere il loro peso politico senza il permesso delle famiglie più potenti della città e segnatamente dei Medici.
La sua giovanissima vedova, Annalena Malatesta, dopo che alla morte del marito seguì anche quella del loro figlio, trasformò il suo palazzo di via romana in un convento e rimase chiusa là dentro fino alla sua morte nel 1491.
Il sepolcro del condottiero si trova nella chiesa di Santo Spirito ma il fantasma di Baldaccio pare che si aggiri ancora per Firenze, in particolare a Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria e su Ponte Vecchio dove si dice sia stato addirittura fotografato.